Friulano, sardo ed ebraico. Saranno le lingue il focus dei due appuntamenti che l’ARLeF porterà a vicino/lontano, venerdì 5 e domenica 7 maggio. La presenza dell’Agenzia al festival si conferma solida anche nel 2023.
Da quasi dieci anni, l’ARLeF con i suoi appuntamenti accende i fari sul tema del plurilinguismo anche all’interno della programmazione di vicino/lontano. Lo ha fatto con linguaggi differenti (dal teatro al dibattito), invitando importanti intellettuali e studiosi a confrontarsi sull’argomento. Di anno in anno ha sempre aperto alla riflessione sui numerosi aspetti linguistici, culturali e identitari che caratterizzano un contesto multilingue come quello del Friuli-Venezia Giulia. Anche quest’anno non sarà da meno.
VENERDÌ 5 MAGGIO – “S’intelligèntzia de Elias: un caso letterario dalla Sardegna”, il primo appuntamento cura dell’ARLeF, è in programma il 5 maggio, alle 18, al Salone del Popolo.
Sarà un incontro sulla letteratura in lingua minoritaria a partire dall’opera che ha forse cambiato per sempre la letteratura sarda: “S’intelligèntzia de Elias” (Janus 2022) di Giuseppe Corongiu. Si tratta di un giallo distopico ambientato fra il 2030 e il 2038. L’autore sorprende per l’uso moderno della lingua sarda per le tematiche contemporanee affrontate e per una lettura scorrevole anche per i non “addetti ai lavori”. L’attore Paolo Mutti ne leggerà alcuni brani tradotti in friulano mentre l’autore – scrittore, giornalista, traduttore, autore di numerosi saggi sulla difesa e la promozione delle minoranze linguistiche – dialogherà con lo scrittore friulano Gianluca Franco sulle prospettive delle letterature minoritarie, al di fuori di schemi oleografici e cliché. A moderali ci sarà Gabriele Zanello, docente di letteratura friulana all’Università degli Studi di Udine.
Grazie alla collaborazione con il Circolo sardi “Montanaru” di Udine a conclusione dell’incontro è prevista una degustazione di prodotti sardi.
DOMENICA 7 MAGGIO – Dalla collaborazione fra l’ARLeF e l’Associazione Italia-Israele di Trieste è nata invece l’idea del secondo appuntamento nell’ambito di vicino/lontano: “La lingua che visse due volte”, in programma il 7 maggio, alle 10, all’oratorio del Cristo.
Durante l’incontro verrà ripercorso il viaggio attraverso le sorprendenti peripezie della lingua ebraica. Per farlo, dopo il saluto di Sergio Salerno, vicepresidente dell’Associazione Italia-Israele di Trieste, interverranno Anna Linda Callow – docente di Lingua e letteratura ebraica all’Università Statale di Milano – ed Eliahu Alexander Meloni – dal 2016 è Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Trieste e del Fvg – moderati dal giornalista Walter Tomada.
Dal dialogo fra i presenti si potrà scoprire come alla fine del XIX secolo, dopo quasi due millenni di vita, l’ebraico era utilizzato solo per motivi religiosi o di studio, ma nessuno lo parlava più come lingua corrente. Nel 1948, diventato lingua ufficiale di Israele, la sua storia ha preso un nuovo corso. Oggi l’ebraico è usato in ogni ambito della vita sociale, in particolare nella letteratura, con romanzi e saggi tradotti in tutto il mondo.