Realizzata da un artista marchigiano, è il “testimone” che da quest’anno i sindaci dei comuni ospitanti la Fieste si scambieranno durante la cerimonia civile
È un magnifico drappo quadrangolare in seta di color grigio-azzurro. Al centro vi è raffigurata un’aquila. Il corpo, le zampe e le ali sono di colore giallo, gli artigli di colore rosso. Il capo è rivolto a sinistra. È il simbolo in cui tutti i friulani, anche i corregionali all’estero, si riconoscono. È la bandiera del Friuli, una delle più antiche d’Europa, oggi conservata nel Museo del Duomo di Udine. Faceva parte del corredo funerario del patriarca Bertrando di Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350 e barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani.
In occasione delle celebrazioni della Fieste de Patrie 2023 che si sono svolte a Capriva del Friuli, su iniziativa dell’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” e dell’ARLeF, Agenzia regionale per la lingua friulana è stata presentata la fedele riproduzione dello storico vessillo. Custodito in uno scrigno di legno realizzato ad hoc, da questa edizione della Fieste e per tutte quelle future, il drappo è il “testimone” che i sindaci dei comuni ospitanti le celebrazioni si scambieranno in apertura della cerimonia civile.
A realizzare fedelmente la riproduzione è stato l’artista marchigiano Francesco Pellegrini che ha all’attivo oltre 150 bandiere create per i gruppi storici di mezza Europa. Il suo è stato un lavoro certosino, frutto di attento studio dell’originale cui è seguito un mese e mezzo di intenso lavoro. Pellegrini ha utilizzato lo stesso materiale del drappo originale, il taffetà di seta, in particolare il taffetà 30 e il 40, cifre che indicano il numero di fili di seta utilizzati per intessere un centimetro di tessuto.
Come nell’originale, sono state unite al centro due strisce di stoffa alte circa 35 centimetri. Ne ha quindi perfezionato le misure, portando la pezza alla dimensione della bandiera originale: 69 cm per 73,4 cm. “La dimensione dell’antico vessillo – ha spiegato Pellegrini – corrisponde a quella delle pezze tessute a telaio in epoca medievale, Essendo però la seta particolarmente complicata da lavorare, con ogni probabilità le pezze misuravano la metà ed ecco perché la bandiera del Beato è costituita da due strisce di tessuto cucite insieme”.
Non meno complesso (anzi, tutt’altro) è stato riprodurre l’aquila che campeggia sulla seta azzurra: Pellegrini ne ha riprodotto il disegno, l’ha trasferito su cartoncino per poi riportarlo sulla seta. A quel punto ha cominciato a cucire e a darle forma. Quelli utilizzati per tratteggiare l’aquila in seta gialla sono punti di dimensione millimetrica (da mezzo millimetro a un millimetro), realizzati con fili dello stesso spessore di quelli medievali: «Avevo visto già in precedenza dei punti simili sulle tuniche di Santa Chiara e San Francesco, custodite ad Assisi – ha raccontato -. Sembrano fatti a macchina da quanto sono fitti». Quindi, per poter realizzare a dovere il disegno (affinché fosse più fedele possibile all’originale), ha letteralmente contato i punti e ne ha iniziato la riproduzione.
Un lavoro di estrema pazienza, precisione e maestria, il cui risultato è una vera opera d’arte tessile.
Data iniziativa: aprile 2023