La diversità linguistica porta con sé un grande valore, anche sociale. Gli operatori sanitari di tante minoranze linguistiche lo trasmettono bene utilizzando ogni giorno la loro lingua madre sul lavoro e con i pazienti.
È questo il messaggio del video promosso dal Network to Promote Linguistic Diversity (NPLD), in occasione della Giornata della Lingua Madre istituita dall’Unesco nel 1999 e celebrata il 21 febbraio.
Il Network – che tutela e promuove le lingue minoritarie e regionali di tutta Europa e collabora con l’Unione Europea – ha lanciato un appello ai propri partner, chiedendo ad ognuno una clip con la testimonianza di un operatore sanitario.
L’ARLeF ha scelto Raffaele Puppo, infermiere nel reparto di Medicina dell’Ospedale di San Daniele del Friuli. Il 28enne, originario del Friuli collinare, racconta quanto per lui sia importante dialogare in friulano con i pazienti, perché ciò crea un rapporto di maggiore vicinanza e lo aiuta a trasformare l’ambiente ospedaliero, di per sé un po’ freddo e distaccato, in qualcosa di più familiare. Un tema, quello della relazione con il paziente nella lingua del cuore e delle emozioni, che Puppo conosce molto bene, essendo stato anche oggetto della sua tesi di laurea
Guarda qui di seguito il video dell’NPLD con le testimonianze di tanti operatori sanitari di altre minoranze linguistiche d’Europa
La Giornata internazionale della lingua madre promuove la diversità linguistica, culturale e il multilinguismo. Ricorda un grave fatto di cronaca avvenuto proprio il 21 febbraio 1952: quattro studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi per mano della polizia mentre rivendicavano l’ufficialità della loro lingua, il bengali. Questa ricorrenza è dunque l’occasione per conoscere, riconoscere e valorizzare le lingue del nostro vivere quotidiano (a scuola o al lavoro) e riflettere sulla ricchezza del plurilinguismo.